Se le mura di Pandalí potessero parlare avrebbero molte cose da raccontare: sono state cortile, rimessa di carrozze, bottega, forno, negozio.
Hanno sentito il profumo del pane quotidiano e per tanti anni hanno ospitato le vetrine di biscotti più golose del Pantheon.
E’ in arrivo una nuova stagione e già solo l’idea di avere una parte in questa narrazione, ci emoziona e ci rende orgogliose.
Il nuovo progetto di Pandalì è pensato e voluto da tre donne: una madre e due sorelle che hanno deciso di unire le energie per ripartire. E dal sostegno degli uomini al loro fianco che hanno permesso loro di essere madri e imprenditrici.
Sapevate che il grande pittore Salvator Dalì, spinto dal suo straordinario eclettismo, volle sperimentare i confini dell’arte dando forma a dei pani belli come sculture? Era un pane che aveva in sé il simbolo stesso della comunanza: il pane di Dalì. Quando provammo a replicarlo fu per noi subito il “pandalí”.
Per molti anni rimase nel dimenticatoio, fino al giorno in cui ci trovammo a cercare un nome per la nuova attività che stavamo avviando in via di Torre Argentina, a due passi dal Pantheon e in qualche modo il nostro nome doveva anche evocare quel luogo straordinario.
Pan…
Pane…
Pantheon…
ed anche “P’annà llì” che in romanesco si usa per dire “per andare lì”.
Ecco allora rispuntare Pandalì, facendoci sorridere per questo suo essere colto e popolare nello stesso tempo.
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